Paris

« BREGUET CLASSIC TOUR » O L’ARTE DEL SAPER FARE

Parigi, 4 luglio 2018

La celebre Maison orologiera aveva immaginato un “Breguet Classic Tour” che potesse, attraversando il mondo, esplorare l’arte del saper fare degli artigiani attraverso. Lanciata a Londra lo scorso ottobre, la mostra è arrivata a Parigi ai primi di luglio. Per l’occasione la Maison ha accompagnato i suoi invitati nel ripercorrere la giornata del perfetto gentiluomo che, dopo aver indossato il suo Breguet Classique, si prepara sostenuto dai più raffinati artigiani della sua città. Durante la tappa parigina sono stati visitati, uno a uno, i luoghi legati al mito di Breguet (il Petit-Trianon, il Père Lachaise, Place Vendôme), oltre ad articolarsi attraverso esperienze che esaltano lo stile e il savoir-faire francese (visita all’Atelier du Tranchet e di Christophe Fenwick, distillato di un artigianato tanto raro quanto prezioso). Insomma questo viaggio ha coniugato tradizione e modernità e pone l’accento sulle mirabili ricerche sviluppate dalla Maison mirando alla precisione ultimativa. Si pensi soltanto all’integrazione del silicio nei materiali dei componenti regolatori delle collezioni. Un invito a scoprire l’arte di vivere autentica nel rispetto delle particolari esigenze di una manifattura d’eccezione.

Parigi, dove tutto è cominciato

La Francia si trovava al giro di boa della sua storia quando Abraham-Louis Breguet di Neuchâtel decise di prendervi residenza. Grazie a un percorso eccezionale farà di Parigi la capitale dell’orologeria. Il nome di Breguet persiste in ogni arrondissement tanto quanto le prove della sua presenza.

In particolare al museo e nella boutique, a Place Vendôme, dove la Maison ha preso sede per prima fra le aziende orologiere. Nel caveau sono tuttora conservati gli archivi che testimoniano senza soluzione di continuità la storia di tutte le vendite dalla fine del XVIIIesimo secolo.

Consacrato dalla rivoluzione francese come «tempio» della tecnica, il Musée des Arts et Métiers, dal canto suo, mostra le opere di cinque generazioni di Breguet, dall’orologeria all’aviazione passando dai telegrafi. Qui si trova il biplano creato da Louis Charles Breguet nel 1911 in compagnia dell’aereo di Clément Ader e del Blériot XI della traversata della Manica nel 1909.

Di fronte al Louvre, sulla riva opposta della Senna, il collegio QuatreNations, che nel 1795 divenne Institut de France e riunisce cinque accademie, esibisce un’architettura teatrale con la sua cappella sormontata da una cupola, incorniciata da due ali a quadrante circolare, terminazioni dei padiglioni quadrati. Il giovane Breguet vi ha seguito, per diversi anni, corsi magistrali e specifici, che hanno cambiato il corso della sua esistenza. Vi tornerà a fine vita in qualità di membro dell’Académie des Sciences.

Al 39 Quai de l’Horloge invece, Abraham-Louis Breguet acquistò una casa. La posizione era ideale, nel quartiere dell’Ile de la Cité si erano riuniti gioiellieri, produttori di quadranti, fabbricanti di lancette e casse, che potevano beneficiare del passaggio del Pont-Neuf, l’asse principale di Parigi. L’interno non era grandioso, come in tutte le case costruite sotto Enrico IV. I corridoi erano stretti, gli scalini delle scale posti di traverso, la luce era flebile, perfino peggio a quella delle botteghe dei cabinotier di Ginevra. Eppure fra quelle mura sono nati le soluzioni, lo stile e la visione che hanno cambiato l’orologeria per sempre. 

Rue Bréguet, dove per errore è riportato un accento acuto che non appartiene al nome della famiglia, garantiva una vita tranquilla non lontano da Place de la Bastille, la cui presa il 14 luglio 1789 è stata seguito da vicino da Abraham-Louis Breguet. Fin dagli albori della rivoluzione l’orologiaio, uscendo dal quadro delle sue attività, si pronunciò senza equivoci a favore delle profonde riforme dello stato.

Qualche tempo più tardi, sorpreso e preoccupato dalla violenza in cui erano sfociati gli avvenimenti, prudentemente rientrò in Svizzera, per tornare definitivamente a Parigi soltanto nel 1795. Troverà l’eterno riposo al cimitero di Père-Lachaise, la necropoli più rinomata di Parigi dove, in un parco all’inglese, 70.000 concessioni compongono un dedalo di tombe gotiche, cripte in stile haussmanniano, mausolei all’antica, sepolture decorate con messaggi e ex voto insoliti, che attestano un fervore sempre intatto.

Non si può lasciare Parigi e i suoi dintorni senza aver visitato Versailles e il Piccolo Trianon di Marie-Antoinette, al quale la Maison Breguet, mecenate di un cantiere biennale di eccezione, ha donato tutto il suo charme e il suo splendore.

 

#MyBreguetMoment

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